Attraverso l’interconnessione tra circolazione interna e percorsi pubblici, e l’alternanza tra cavità e spazi aperti, l’edificio condivide la sua dimensione pubblica con la città. Allineandosi lungo l’asse del mare ed allungando le braccia verso lo stadio di Sant’Elia, si integra inoltre perfettamente nel contesto che lo ospita. Il nuovo museo ricorda una concrezione corallina – vuota all’interno, dalla superficie resistente e porosa – in grado di accogliere, in un continuo scambio osmotico con l’atmosfera esterna, attività culturali in un ambiente vivo e dinamico.
La forma aperta e dinamica che appare all’esterno è stata perseguita dall’autrice del progetto anche nella immaginazione degli spazi interni, dove è la circolazione dei visitatori, invitati a seguire percorsi espositivi, formativi e commerciali, a determinare il disegno geometrico.
“L’erosione che forma una enorme cavità all’interno della struttura articola il volume in una successione di spazi aperti, luoghi di ritrovo ed installazioni d’arte contemporanea. Tali spazi, visibili da differenti punti di osservazione, consentono la reciproca percezione ed il dialogo estetico tra l’arte nuragica e contemporanea. La cavità interna consente la formazione di due rivestimenti ininterrotti, l’uno contenuto nell’altro”.
La connessione tra i diversi percorsi che attraversano l’edificio dà forma ad una struttura fluida, all’interno della quale sono possibili diverse configurazioni. Il “percorso commerciale” conduce i visitatori lungo una traiettoria parallela a quella del mare, offrendo negozi, bookshop, bar, ristoranti e sistemi di “logge” per esposizioni all’aperto di arte contemporanea. Il percorso dedicato all’arte contemporanea ha origine dal piano terra ed attraversa la struttura sino a raggiungere la loggia dell’ultimo piano.
Parte da piano terra anche il percorso d’arte nuragica; tuttavia quest’ultimo si sviluppa tra le due “pelli” dell’edificio consentendo una percezione più intima delle opere d’arte esposte.